BENEDICT WILMES, JULIA NEUSCHULZ, MITRA SAFFAR, BERT BRAUMANN, DIETER DRESCHER. (JCO/DECEMBER 2014)
Questo articolo è un case report che propone la combinazione dell’apparecchio ortodontico linguale con il Beneslider, ovvero un dispositivo distalizzante ancorato mediante abutment intercambiabili a una o due coppie di mini impianti nel palato anteriore; se usato con i brackets linguali, il Beneslider può essere attaccato ai tubi linguali dei molari. La forza di distalizzazione è sviluppata da due molle (240 g nei bambini, 500 g negli adulti), attivate da due blocchi scorrevoli che spingono i Benetubes distalmente. Il distalizzatore può essere posizionato senza saldature e senza la necessità di prendere delle impronte ma per risparmiare tempo alla poltrona può essere adattato su un modello in gesso. Le visite sono a intervalli di sei settimane. Dopo che la fase di distalizzazione è completata, il Beneslider può essere lasciato in sede per fornire ancoraggio molare durante la retrazione dei denti anteriori sugli archi dritti.
In caso di affollamento severo ci sono due opzioni: posizionamento del distalizzatore e dell’apparecchio linguale nella stessa seduta oppure inizio con la fase di distalizzazione e posizionamento dei brackets linguali solo quando questa è conclusa.
Se l’affollamento non è severo il Beneslider può essere inserito durante o dopo il livellamento. La distalizzazione molare può essere eseguita in contemporanea sebbene questo approccio può aumentare la resistenza frizionale.
Il primo caso presentato è quello di un uomo di 31 anni con una classe II piena a sinistra con una migrazione mesiale asimmetrica della dentatura superiore omolaterale, che ha determinato un affollamento superiore severo e una deviazione della linea mediana. Poiché il paziente ha rifiutato il trattamento estrattivo e voleva un’apparecchiatura “invisibile” è stato scelto di unire la distalizzazione unilaterale con il dispositivo Incognito posizionando entrambi gli apparecchi nello stesso appuntamento.
Dopo che i brackets linguali sono stati bondati con la mascherina indiretta customizzata, sono stati inseriti due mini impianti Benefit nel palato anteriore (2mm x 11 mm nell’area della terza ruga palatina, e 2 mm x 9 mm, circa 8 mm distalmente al primo impianto). Per risparmiare tempo alla poltrona, è stata presa un’impronta e il dispositivo è stato adattato sul modello in gesso. Il beneslider è stato posizionato e attivato con una molla aperta di 500 gr in NiTi sul lato sinistro mentre sul lato destro è stato lasciato passivo.
La fase di distalizzazione e livellamento è stata completata in 11 mesi di trattamento e il beneslider è stato mantenuto come ancoraggio posteriore per la retrazione di primo molare, premolari e denti anteriori. La retrazione e il finishing sono durati circa sei mesi e la Classe I è stata ottenuta dopo 17 mesi di trattamento.
Il secondo caso proposto è quello di una donna adulta con una malocclusione scheletrica di Classe II associata ad un open bite anteriore. La paziente ha rifiutato la chirurgia ed è stato scelto il Beneslider per la simultanea distalizzazione della dentatura superiore e l’intrusione dei molari superiori. Il dispositivo distalizzante e l’apparecchiatura linguale Incognito con un arco di livellamento sono stati montati lo stesso giorno e il trattamento è durato 13 mesi. Per via dell’effetto bowing durante la chiusura degli spazi il secondo molare superiore di sinistra ha mostrato una tendenza al crossbite palatale.
Il bracket molare è le miniviti sono state lasciate in sede e il Beneplate con attaccato un arco .032’’ è stato usato per due mesi per risolvere il cross. Questa molteplice applicazione del Beneslider è stata resa possibile con l’uso di mini viti con abutment intercambiabili.
Secondo gli autori la distalizzazione su miniviti consente un movimento quasi corporeo dei molari senza tipping clinicamente significativo. Con un adeguato volume di tessuto osseo e tessuti molli sottili, posizionare le miniviti 3 mm lateralmente alla sutura mediana del palato consente un tasso di fallimento davvero basso con un ridotto rischio di complicazioni. Gli autori consigliano inoltre di lasciare in sede le miniviti finché il trattamento non è finito come ancoraggio per le meccaniche ortodontiche.
Report a cura della Dott.ssa Laura Bonaccorso,
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