Galletti C, Fauquet-Roure C, Raybaud P (Int Orthod. 2010 Sep;8(3):227-52.)
Il trattamento delle classi III nei pazienti adulti richiede spesso un intervento chirurgico, ma nei casi di gravità moderata è possibile effettuare un compenso dentoalveolare con delle estrazioni, elastici di classe III o utilizzo di miniviti. In questo case report vengono mostrate tre tipologie di trattamento diverse.
Il primo caso era un paziente adulto con una classe III dento scheletrica con un crossbite anteriore, affollamento bimascellare e una moderata contrazione dentale dell’arcata superiore. Inoltre il 46 era assente.
Il trattamento ha previsto l’allineamento delle arcate allo scopo di decompensare la malocclusione in vista di un intervento chirurgico bimascellare. Non sono state fatte estrazioni ed è stata utilizzata l’apparecchiatura linguale Incognito. Nella fase di decompenso sono stati utilizzati due archi, uno 0.016 CuNiTi e uno 0.016 x 0.022 CuNiTi con degli stop mesiali ai molari per ottenere un’espansione anteroposteriore e ridurre l’affollamento.
Una volta ottenuto l’allineamento è stato utilizzato un arco in acciaio 0.016 x 0.022 allo scopo di finalizzare la preparazione tridimensionale delle arcate prima della chirurgia. Sono stati messi dei bottoni vestibolari il giorno prima dell’intervento per evitare che il chirurgo utilizzasse un ancoraggio vestibolare. La chirurgia ha previsto un avanzamento mascellare ed un arretramento mandibolare. Il finishing ortodontico post intervento è stato effettuato con un arco in TMA 0.0182 x 0.0182 associato a degli elastici di classe III indossati 24 h al giorno per due mesi. In questo caso non sono state effettuate pieghe di finitura.
Dopo 14 mesi di trattamento è stato messo un retainer linguale da canino a canino in entrambe le arcate. Secondo gli autori il tempo di trattamento e il finishing sono stati ottimizzati grazie alla precisione del sistema Incognito, all’uso di prescrizioni customizzate e ad un protocollo ben definito.
Il secondo paziente era una donna asiatica di 27 anni con una classe III dentoscheletrica e un crossbite anteriore. Erano presenti una protrusione bimascellare e una discrepanza della lunghezza d’arcata di 10 mm. Dal punto di vista scheletrico si trattava di una classe III ipodivergente da retrograzia mascellare. Dal punto di vista funzionale vi era un’alterazione nella posizione della lingua. Gli obiettivi di trattamento sono stati: l’allineamento delle arcate e il ripristino della guida anteriore mediante compenso dentoalveolare. Sono stati estratti i primi premolari inferiori e i secondi premolari superiori allo scopo di arretrare gli incisivi inferiori e correggere la protrusione dentale.
In questo tipo di trattamento estrattivo gli archi erano dritti nei settori laterali per favorire le meccaniche di scorrimento nella chiusura degli spazi. Solo l’arco in TMA era customizzato sui settori laterali allo scopo di permettere un buon adattamento occlusale. Il trattamento ortodontico ha previsto tre fasi: la riduzione dell’affollamento anteriore ed il “salto” del morso, la chiusura degli spazi e il finishing. Nella prima fase è stato ottenuto un allineamento del settore anteriore mandibolare mediante distalizzazione dei canini per evitare espansione. Ciò è stato ottenuto mediante uno 0.016 x 0.022 CuNiTi. Nella fase di chiusura degli spazi è stato quindi utilizzato uno 0.016 x 0.024 SS per avere un controllo ottimale nei settori laterali. Quest’arco è stato inserito solo una volta che l’allineamento del settore anteriore è stato completato. La fase di finishing infine, è stata effettuata con un arco 0.017 x 0.025 in TMA associato agli elastici.
Dopo 24 mesi di trattamento è stato messo un retainer anteriore in entrambe le arcate. La terapia ortodontica ha consentito un notevole miglioramento dell’estetica e della funzione. Secondo gli autori i trattamenti estrattivi sono più difficili da gestire da un punto di vista biomeccanico ma l’utilizzo metodico di un apparecchio customizzato unito alla collaborazione del paziente consentono di avere ottimi risultati con tempi sovrapponibili alla tecnica vestibolare.
Il terzo ed ultimo caso era un paziente di 27 anni con una classe III moderata iperdivergente associata a protrusione dentale inferiore, morso aperto e crossbite anteriori. Il 23 era incluso e non c’era spazio sufficiente in arcata. Infine vi era una discrepanza dento alveolare da eccesso mandibolare con una deviazione della linea mediana in entrambe le arcate. Gli obiettivi di trattamento sono stati: ripristino della guida anteriore e recupero del 23 in arcata, correzione dell’ openbite anteriore e gestione del crossbite.
Dato che si trattava di una classe III moderata è stato deciso di estrarre un incisivo mandibolare allo scopo di correggere la protrusione mandibolare e correggere il cross mediante compenso dento alveolare. Inoltre è stato fatto lo stripping del settore anteriore mascellare per compensare la discrepanza dentale dovuta all’estrazione inferiore.
Il protocollo di trattamento è stato simile a quello usato nel caso con estrazione dei premolari. Gli archi utilizzati sono stati 0.016 x 0.022 CuNiTi, 0.016 x 0.024 SS e 0.0175 x 0.0175 TMA.
La correzione dell’openbite è stata ottenuta grazie all’ausilio degli elastici intermascellari che hanno richiesto la massima collaborazione del paziente. Nell’arcata mascellare dopo
aver creato lo spazio per il 23, questo è stato disincluso chirurgicamente e vi è stato posizionato il bracket del 13 invertito per evitare di prendere delle nuove impronte.
Il trattamento è durato 23 mesi ed è stato messo un retainer linguale da premolare a premolare per mantenere lo spazio chiuso. In questo caso è stata eseguita una terapia logopedica a fine trattamento.
Report a cura della Dott.ssa Laura Bonaccorso