R.D. Slater (Journal of Orthodontics, Vol.40, 2013, S34-S37)
L’ evoluzione nel disegno dei brackets linguali ha condotto alla progettazione di attacchi di diverso spessore con l’obiettivo di creare apparecchiature più confortevoli. Un attacco dal disegno più sottile sembra avere degli effetti positivi oltre che sul comfort anche sulla qualità della fonazione. Tuttavia, nonostante questi miglioramenti, alcuni pazienti riscontrano maggiori difficoltà nel parlare rispetto ad altri. E’ dunque importante avvisare della possibilità dell’insorgere di questo problema specialmente nelle prime fasi dell’ortodonzia. Lo scopo di quest’articolo è sottolineare alcuni problemi associati alla fonazione e al discomfort durante il trattamento linguale. I consigli dati a inizio terapia, la selezione di un’apparecchiatura meno ingombrante e la gestione dei problemi di fonazione, possono aiutare i pazienti a superare le difficoltà legate a questo tipo di trattamento.
Le apparecchiature linguali interferiscono principalmente con la lingua e con le sue interazioni con le strutture circostanti, ma sembrerebbe che alcuni suoni siano influenzati più di altri. I suoni che risultano distorti sono quelli linguo-dentali ovvero che richiedono un contatto lingua-denti. La distorsione cambia i suoni da occlusivi a fricativi determinando una parziale fuga dell’aria.
Le difficoltà nella fonazione dovute allo spessore dell’apparecchiatura e ad eventuali traumi derivati da questa e dai suoi ausiliari possono peggiorare per un periodo di tempo se la lingua rimane in una posizione “scomoda”. Inizialmente la lingua potrebbe provare ad adattarsi per evitare di urtare parti affilate dell’apparecchiatura, ma in seguito potrebbero insorgere delle ulcerazioni che potrebbero determinare delle difficoltà nel linguaggio.
Secondo l’autore ciò significa che durante un trattamento linguale ci possono essere sia effetti immediati che tendono ad essere associati con lo spessore o con la forma dell’apparecchiatura, sia conseguenze dovute ai traumi che si possono sviluppare durante la terapia.
Il cambiamento della forma dell’apparecchiatura può essere un problema, specie durante le meccaniche di scorrimento quando si ha un effetto protrusivo degli archi. Viene citato uno studio (Miyawaki et al. Discomfort caused by bonded lingual orthodontic appliances in adult patients as examined by retrospective questionnaire. Am J Orthod 1999;115:83-88) in cui la maggior parte dei pazienti lamenta dolori muscolari, discomfort e problemi nella fonazione all’aumentare dell’overjet e dell’overbite. Secondo un altro lavoro citato (Wiechman et al. Prediction of oral discomfort and dysfunction in lingual orthodontics: a preliminary report. Am J Orthod 2008; 133: 359-64), i pazienti retrognatici hanno maggiore difficoltà ad adattarsi ai dispositivi linguali.
– Alcuni esempi di diversi tipi di suoni e come sono classificati.
Misurare i cambiamenti del linguaggio è abbastanza difficile. Vi sono dei metodi soggettivi e quindi poco affidabili, tecniche sonografiche e questionari supportati da misure audiometriche. Viene citato un trial clinico randomizzato già discusso in questo sito (https://aiol-online.it/speech-performance-and-oral-impairments-with-lingual-and-labial-orthodontic-appliances-in-the-first-stage-of-fixed-treatment/) in cui si fa un confronto mediante sonografia tra pazienti con trattamento linguale e vestibolare.
Ma cosa può essere fatto per superare i problemi di fonazione?
Sicuramente bisogna avvisare il paziente della possibile insorgenza di questo problema. Inoltre bisogna scegliere un’apparecchiatura che dia poco ingombro; oggi la tecnologia ci aiuta con numerosi dispositivi spessi massimo 1,5 mm, quindici anni fa lo spessore medio era di 3.5 mm. E’ importante dare dei consigli riguardo il periodo di adattamento all’apparecchiatura: i pazienti dovrebbero parlare lentamente all’inizio e usare della cera per rendere più confortevole il dispositivo. Per ridurre i fastidi sarebbe opportuno anche tagliare le estremità o girarle vestibolarmente. Per migliorare la fonazione si può consigliare di tenere la lingua leggermente più alta lontana dal livello dell’apparecchiatura.
Secondo l’autore dunque, con la riduzione dello spessore dei dispositivi linguali i problemi di fonazione si sono in gran parte risolti per la maggior parte dei pazienti. A quella minoranza che riscontra ancora delle difficoltà durante la terapia è opportuno dare un supporto finchè non ci sia il completo adattamento all’apparecchiatura.
Report a cura della dott.ssa Laura Bonaccorso,
per visualizzare l’articolo completo clicca sul link: http://jorthod.maneyjournals.org/content/40/s1/s34.full.pdf+html