Paolone MG, Kaitsas R, Paolone G, Kaitsas V. (Prog Orthod. 2008;9(2):46-57)
Questo case report propone un approccio totalmente estetico all’estrusione ortodontica combinando un’apparecchiatura linguale a un pontic veneer in composito. Questa doppia soluzione permette infatti, secondo gli autori, di ottenere lo sviluppo del sito impiantare con ridotti disagi.
Il paziente in questione è un uomo adulto che ha subito più episodi traumatici a carico del 21 con conseguente frattura radicolare al di sotto del livello osseo sul lato mesio vestibolare con la perdita del muro alveolare, confermata dall’esame radiografico. Il profilo era di Classe II con una mandibola retrognatica, comprovato da un pattern scheletrico con una mandibola piccola. Dopo la terapia parodontale iniziale è stato eseguito il trattamento ortodontico con un’apparecchiatura linguale allo scopo di preservare l’estetica. Poiché il trattamento chirurgico maxillo facciale è stato rifiutato, si è scelto di montare l’apparecchio solo sui denti anteriori superiori, includendo i primi premolari, con lo scopo di eseguire la sola estrusione ortodontica dell’incisivo superiore. Il bondaggio è stato eseguito con brackets linguali (Ormco 7th gen) e arco .016 CuNiTi per il primo mese.
La corona dell’incisivo è stata mordenzata e pre trattata con silano ed il bracket è stato posizionato più apicalmente rispetto agli altri. Il paziente è stato visto ogni due settimane per attivare l’apparecchiatura, per ottenere un movimento lento e leggero di 0.5 mm al mese e per livellare il margine incisale. L’aspetto parodontale non è stato trascurato per tenere sotto controllo l’infiammazione. Durante il secondo mese l’estrusione è stata eseguita con un arco .016 TMA e con uno .017 x .017 TMA per controllare e prevenire il torque radicolo vestibolare che avrebbe potuto distruggere il sottile piatto corticale. Il movimento estrusivo è stato realizzato con meccaniche ortodontiche linguali e usando la trazione sul pontic allo scopo di avere un controllo preciso del movimento radicolare in termini di forza e direzione. Per questo motivo dopo due mesi il bracket sull’incisivo è stato ribondato più apicalmente, e data l’ormai ridotta dimensione della corona è stata realizzata una ritenzione endodontica con un pontic veneer 12-11-x-22 in resina composita. E’ stato preparato un post con un buco per l’ancoraggio ed è stato inserito nel canale radicolare con un cemento ossifosfato di zinco. Sulla faccia vestibolare dei tre incisivi è stato bondato un pontic veneer in composito mentre sulla faccia palatale sono stati posizionati i brackets.
Durante l’intero trattamento è stata fatta un’endorale ogni mese ed è stata notata la comparsa del red patch per l’eversione dell’epitelio sulculare non cheratinizzato. Una volta ottenuta la sovra correzione e la sovra estrusione del dente, questo è stato stabilizzato per sei mesi con uno .017 x 0.22 SS allo scopo di ridurre la recidiva e ottenere una maturazione del tessuto molle e dell’osso alveolare.
Dopo la fase di stabilizzazione il frammento radicolare rimanente è stato estratto con una procedura atraumatica ed è stato inserito un impianto con nuovo provvisorio in resina per preservare l’estetica. Dopo sei mesi è stata eseguita la seconda fase chirurgica con l’utilizzo di un pilastro di guarigione di 5 mm di altezza e un innesto di tessuto connettivo vestibolare per aumentare l’ampiezza tissutale utile in fase protesica. Dopo un periodo di guarigione di 4 mesi la corona provvisoria è stata cementata usando un abutment di titanio customizzato per guidare la maturazione dei tessuti. Nei seguenti 8 mesi la corona è stata modificata cambiando il punto di contatto, l’aspetto mesiale e distale del dente e il profilo di emergenza allo scopo di ottenere la morfologia definitiva dei tessuti molli.
Una volta maturata la papilla è stato realizzato il restauro definitivo mediante un abutment customizzato in zirconia e una corona in ceramica integrale.
La riabilitazione di una zona estetica richiede un approccio multidisciplinare dalla diagnosi alla terapia. Come proposto dagli autori l’estrusione ortodontica mediante ortodonzia linguale consente lo sviluppo del sito implantare finale nel totale rispetto dell’estetica. Inoltre l’utilizzo di un pontic veener può nascondere l’anatomia alterata del dente in estrusione con una maggiore tutela dell’aspetto del sorriso.
Report a cura della Dott.ssa Laura Bonaccorso
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