V. Cacciafesta (Journal of Orthodontics, Vol. 40, 2013, S60–S67)
Il sistema di brackets linguali 2D (Forestadent, Pforzheim, Germany) rappresenta una valida opzione di trattamento per i pazienti adulti che richiedono un’apparecchiatura ortodontica completamente invisibile con costi contenuti. Secondo l’autore il bondaggio diretto o indiretto semplificato dei brackets linguali 2D in combinazione con meccaniche low friction permette di ottenere una buona occlusione estetica e funzionale, anche in presenza di una malocclusione severa. L’uso di un bracket self ligating riduce significativamente i tempi alla poltrona per l’ortodontista, mentre il profilo basso migliora notevolmente il comfort del paziente.
La caratteristica chiave della tecnica linguale 2D è un bracket self ligating che non ha uno slot rettangolare tradizionale alla base, ma ha due clips sulla superficie linguale per ingaggiare l’arco. L’assenza di slots rettangolari permette solo movimenti di primo e secondo ordine. Le clips possono essere aperte con una spatola customizzata che consente all’arco di essere inserito o rimosso dallo slot, e possono essere chiuse una per volta con una pinza di Weingart.
Le tipologie di brackets 2D sono diverse, ognuno con le proprie indicazioni; inoltre le opzioni di torque sono svariate per rendere il set-up relativamente semplice per ogni dente. I tubi per i molari completano i brackets disponibili e sono estremamente piatti e arrotondati per un miglior comfort. L’assenza dello slot nella base ha permesso la riduzione dello spessore totale del bracket a soli 1,4 mm consentendo all’arco di essere quasi tangente alla superficie linguale del dente. Queste caratteristiche, insieme all’uso di fili rotondi o quadrati e alla correzione del posizionamento dei bracket, compensano i diversi spessori labiolinguali normalmente presenti sui denti frontali, in particolare sull’arcata mascellare.
La più grande differenza tra il sistema linguale 2D e le altre tecniche linguali è che non è richiesto un set-up di laboratorio. I brackets possono essere applicati con delle pinzette convenzionali se si sceglie un bonding di tipo diretto, oppure mediante mascherina di trasferimento in silicone o essix se la procedura di bondaggio è indiretta.
Gli archi in titanio usati sono precurvati da canino a canino in tre forme classiche, small, medium, large, rispettivamente di 0.012, 0.014, 0.016 inch, che consentono l’applicazione di pieghe di primo ordine. L’autore, per poter aggiungere pieghe di primo o secondo ordine, scalda l’arco con una fiamma per far raggiungere al filo la fase austenitica e controllare la piega effettiva. In alternativa possono essere usati archi biolinguali con l’aiuto di un template per determinare la forma corretta. L’uso degli archi in NiTi permette al clinico di applicare bassi livelli di forza.
Secondo l’autore il 2D lingual system è una valida alternativa ai brackets linguali convenzionali nei casi di adulti che non richiedono movimenti dentali di terzo ordine. Può essere usato efficacemente in diverse situazioni cliniche inclusa la ritenzione post trattamento, la chiusura di piccoli spazi e diastemi e la correzione dei morsi profondi. E’ utile per la correzione dell’affollamento, in particolar modo nell’arcata mandibolare, e può essere anche usato con successo per movimenti dentali più complessi come l’allineamento dei canini inclusi o ectopici, la correzione di crossbites anteriori o laterali, pazienti prechirurgici e casi che richiedono un minor controllo del torque.
Report a cura della Dott.ssa Laura Bonaccorso
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