JANGHOON AHN, YOUNGJU PARK, RYOON-KI HONG, SOOJIN KIM (JCO/OCTOBER 2013)
L’ancoraggio assoluto su miniviti riveste un ruolo importante nel trattamento della protrusione labiale, soprattutto in ortodonzia linguale; tuttavia occorre sottolineare che il posizionamento dei TADs buccalmente o lingualmente presenta alcuni svantaggi che possono essere superati scegliendo come sito di inserzione il palato.
In questo articolo viene presentata una miniplacca palatale che prende il nome di Orthoplate, che consente il posizionamento di miniviti in una zona non rischiosa per le radici dei denti e con tessuto osseo spesso a sufficienza; inoltre le forze di retrazione anteriori sono applicate a livello dei bracci di leva linguali evitando così movimenti di tipping anteriore.
L’ Orthoplate presenta dei bracci ritentivi mesiali e distali con dei fori per le miniviti, connessi da una parte rialzata con dei bracci estesi lateralmente che terminano con degli uncini per l’attacco di una catenella elastica. La placca si discosta dal palato di circa 1 mm, prevenendo il danno tissutale e consentendo l’inserzione dell’apparecchiatura senza una chirurgia a lembo, nonostante lo spessore della mucosa. Le miniviti utilizzate presentano circa 1.8 mm di diametro e 8-10 mm di lunghezza.
In questo case report viene presentato il caso di una donna di 32 anni che lamentava la protrusione labiale e l’affollamento. Dal punto di vista clinico mostrava un’esposizione dell’incisivo superiore di 2.5 mm a riposo e un’incompetenza labiale con un gap di 4 mm a riposo. La paziente era biprotrusa, con un rapporto molare e canino di Classe I e con una deviazione della linea mediana dentale inferiore di 2.5 mm a sinistra. Sebbene secondo gli autori vi era l’indicazione ad un’osteotomia anteriore segmentale per la massima retrazione anteriore, la paziente ha rifiutato la correzione chirurgica e ha scelto un trattamento ortodontico invisibile. E’ stata dunque programmata l’estrazione dei 4 premolari seguita dal livellamento dall’allineamento e dall’arretramento del settore anteriore.
I jigs di trasferimento sono stati fabbricati mediante un set up di laboratorio che ha consentito il bonding customizzato indiretto di brackets linguali 0.018x 0.025 in entrambe le arcate.
Un arco a fungo .012 NiTi è stato usato per il livellamento iniziale e per l’allineamento, mentre archi a fungo .012, 0.14 e 0.16 SS sono stati utilizzati per i seguenti dodici mesi. Due molle doppie sono state saldate a un arco rotondo.035’’ SS e sono state attivate ogni due settimane per ottenere l’uprighting dei denti anteriori inferiori tippati lingualmente durante la fase di livellamento.
Un anno dopo il bondaggio è stato inserito un Orthoplate con due miniviti (1.8 mm x 8 mm) nel palato medio e dei bracci di leva linguali sono stati attaccati a un arco a fungo superiore .017’’x .025’’ per l’ancoraggio della catenella. Inferiormente invece è stato ingaggiato un arco a fungo .016’’x .022’’SS per l’arretramento dei denti anteriori inferiori con una catenella elastica. In seguito sono stati usati elastici verticali intermascellari per l’interdigitazione finale e l’assestamento. Le apparecchiature fisse sono state rimosse dopo 27 mesi di trattamento e sono stati messi dei retainers.
Nonostante le gravi discrepanze della lunghezza d’arcata pretrattamento, è stato ottenuto il movimento sagittale voluto con solo 1 mm di perdita di ancoraggio per ogni arcata durante la fase di livellamento iniziale. I risultati sono stati mantenuti a un anno dalla fine del trattamento.
Gli autori concludono affermando che il movimento verificatosi a livello degli incisivi non è stato corporeo ma di tipping, probabilmente perché la posizione dei bracci di leva non era corretta. Ciononostante si ha avuto comunque un risultato soddisfacente con una chiusura del gap interlabiale da 4 a 1.5 mm.
Report a cura della Dott.ssa Laura Bonaccorso
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